Il regolamento edilizio parlerà una sola lingua

 

L’armonizzazione degli strumenti urbanistici riguarda sia le modalità di stesura del regolamento comunale sia la definizione degli istituti urbanistici (per esempio superficie, volume, distanze, verande, ecc.). È l’obiettivo dell’articolo 4 del Testo unico per l’edilizia, secondo quanto scrive Italia Oggi, che sta facendo passi avanti con lo schema di decreto di accordo della conferenza unificata Stato-Regioni-enti locali.  In generale va detto che i Comuni devono avere un loro regolamento edilizio sulle modalità costruttive e di gestione del territorio. Il regolamento edilizio è citato anche nel codice civile in materia per esempio di distanze e fa parte degli strumenti urbanistici, che definiscono la regolarità dell’attività edificatoria. Ora dalla babele dei linguaggi e dei regolamenti (l’autonomia regolamentare produce frammentazione) si vuole passare al modello uniforme in tutta Italia. Dappertutto si parlerà la stessa lingua edilizia e non si potrà avere significati diversi per medesimi lemmi. L’armonizzazione dovrà servire anche a raggiungere obiettivi sostanziali, quali la semplificazione dei procedimenti, igiene pubblica, estetica, incremento della sostenibilità ambientale, superamento delle barriere architettoniche e riqualificazione urbana e recupero aree abbandonate.
Lo schema di accordo della conferenza unificata governo, Regioni e Comuni sul regolamento edilizio tipo si propone di dare seguito a quanto disposto dall’articolo 4, comma 1 sexies, del Testo unico per l’edilizia (Dpr 380/2001).

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